Monica-Plaese---Ceneri-alle-Ceneri

Compagnia Abito in Scena

ASHES TO ASHES
Ceneri alle Ceneri

di HAROLD PINTER
traduzione di Alessandra Serra

con Monica Palese e Antonio Grimaldi
regia Leonardo Pietrafesa

Cosa possono tradurre le parole? Cosa c’è oltre le parole? E nei silenzi?
Devlin e Rebecca si raccontano senza mai svelarsi totalmente, melodie comuni e affetti familiari allontanano una figura del passato che affiora costantemente fin dall’inizio.
Un amante … un tradimento forse. Spazi altri, visioni, oggetti  destabilizzano l’apparente quotidianità.Tutto diventa un “non luogo”e  quel senso di incomunicabilità svela nuove verità e l’atrocità di un passato  che ci accomuna tutti.
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Note di regia
La nostra ostinazione per  un testo complesso come Ceneri  alle Ceneri, forse il più complesso del premio nobel Harold Pinter, nasce dall’esigenza di voler trattare un argomento che riteniamo debba  essere sempre impresso…nella memoria, ma in Ceneri “le atrocità” sono raccontate attraverso una scrittura originalissima e mai banale. E’ nell’apparente normalità, e tutti i fatti di cronaca ci raccontano spesso questo, che si compiono le azioni più crudeli.
In Ceneri alle Ceneri  ogni parola, ogni concetto non è mai fine a se stesso ma anticipa quello che sta avvenendo, in tempo reale. Nel percorso, che consideriamo ancora in itinere, siamo partiti da un’idea: due attori che affrontano il testo, che provano, che interpretano i personaggi, personaggi che sfuggono volutamente alla loro definizione completa e non solo per delle apparenti ambiguità ma per quegli aspetti misteriosi e mai risolti che sono propri del lavoro di Pinter.E quindi due attori che interpretano Rebecca e Devlin, i personaggi di Ceneri alle Ceneri. Fin dalla prima scena gli attori entrano ed escono dalla storia: una coppia, una stanza al piano terra, verso sera, estate.Ci è sembrato che tutto assumesse l’idea del gioco, un gioco a tratti perverso, pericoloso ma pur sempre un gioco.
E nei monologhi, nel racconto, abbiamo individuato la preponderanza del concetto di  FANATISMO: fanatismo sportivo che è diventato il filo conduttore del lavoro e FANATISMO religioso…
” DIO? è l’unico DIO che abbiamo. Se te lo lasci sfuggire non tornerà più. Non si volterà nemmeno a guardarti!.. poi lo sai com’ è quel vuoto è come una partita…..”Crediamo che proprio nel concetto  di fanatismo la violenza  trovi spazi incontrollabili, e il nostro tempo dimostra quotidianamente questo …poi le visioni di Rebecca, causate da una malattia o da un trauma insuperabile, aggiungono tasselli determinanti, solo seguendo con attenzione ogni parola, ogni aggettivo, si riesce ad entrare davvero  in quel luogo che è magistralmente delineato da Pinter. E’ appunto il luogo della memoria. Ma questo  a patto che spettatori e attori continuino a restare sempre in tensione e in contatto.
E’ necessaria una complicità per aprire le porte e qui la scelta del testo: qui non si può restare ad osservare ma è necessaria una partecipazione senza preconcetti. E senza banali certezze. Forse tuttavia avremo ancora molti dubbi. Chi è Devlin? Chi è Rebecca? Ma ognuno cercherà il suo dramma personale. Perché in questa stanza, luogo congeniale e proprio di Pinter, in tempo reale, troviamo una coppia che prova a ritrovarsi, forse un tradimento ha minato il loro amore, o quell’amore è solo imposto…
Resta quel senso di incomunicabilità costante e forse  il mistero si svela…ma  gli attori, che interpretano Devlin e Rebecca, restano ormai immersi, trasportati in quelle visioni e ne diventano loro stessi parte.

Leonardo Pietrafesa
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